17 Ott FERRARA
CARMELITANI SCALZI
PROVINCIA DI SAN CARLO BORROMEO
FERRARA
TITOLO: Monastero “Santa Madre Teresa nella trasverberazione del cuore”
INDIRIZZO: Via Borgovado 23, 44121 – Ferrara
TELEFONO DELLA COMUNITÀ: 0532 65203
E-MAIL DELLA COMUNITÀ: monastero@carmelitanescalzeferrara.it
ANNO DI FONDAZIONE: 1739
ORARI SS. MESSE: feriale ore 7.30 – Festiva ore 8.00
ATTIVITÀ: Siamo una piccola famiglia di sorelle che tentano di costruire giorno dopo giorno l’amore vicendevole, il servizio reciproco, la vita fraterna, solidali con la storia dell’uomo, con le vicende liete e tristi dell’umanità, con il cammino della Chiesa. Al mondo che ci guarda, che ci accosta, desideriamo testimoniare uno stile di vita che dica la presenza del Signore dentro la storia, il suo avvicinarsi a ciascuno di noi perché impariamo ad amare come lui. Per fare questo non servono grandi cose, basta affidarsi alla Parola come Maria, nostra Madre e Sorella nella fede, credendo che l’amore e la verità sono più forti del male.
BREVE STORIA: Il nostro monastero non fu fondato, come consuetudine, da monache provenienti da un altro monastero, ma da un piccolo gruppo di giovani donne, sotto la guida dei padri Carmelitani Scalzi della città. Questi si erano stabiliti a Ferrara nel 1671 e, dopo solo pochi anni dal loro insediamento, cominciarono ad adoperarsi per la presenza delle monache.
Nel 1712 una vedova donò la sua abitazione per la fondazione; grazie ad alcuni benefattori vennero in seguito effettuati i necessari lavori di ristrutturazione dello stabile, per poter poi accogliere un primo gruppo di giovani donne. Era il 1° ottobre 1739. La chiesa fu benedetta e aperta al culto il 24 agosto 1788, anniversario della nascita del primo monastero teresiano (Avila, 1562). La chiesa e il monastero furono dedicati a santa Teresa di Gesù nella trasverberazione del cuore, facendo riferimento ad un episodio della sua vita descritto da lei stessa nel cap. 29 del libro della Vita e reso famoso dallo scultore G. L. Bernini nello splendido gruppo marmoreo “Estasi di santa Teresa” (XVII sec.), conservato a Roma nella chiesa di santa Maria della Vittoria. Santa Teresa narra di un cherubino che le trafisse ripetutamente il cuore con un dardo infuocato, «lasciandomi ardente di grande amor di Dio» e piena di desiderio di contagiare gli altri di questo amore. È questo il motivo per cui la forma di un cuore trafitto è visibile nel centro della cupola della chiesa e sopra l’altare maggiore. La chiesa è a pianta circolare, piccola e raccolta, in stile barocchetto, impreziosita soprattutto dalla pala dell’altare maggiore (attribuita al ferrarese Francesco Pellegrini), che raffigura l’apparizione della Madonna e di san Giuseppe a santa Teresa di Gesù. Per quanto riguarda l’edificio del monastero, per ampliare la primitiva costruzione già dal 1741 furono acquistate alcune casette confinanti, ma solo nel 1822 venne iniziata la costruzione di un vero e proprio monastero: ampio, pieno di luce, arioso e semplice, con un alto muro di cinta, un orto, un giardino e vari cortili interni. Nel 1824 l’arcivescovo di Ferrara cedette la giurisdizione del monastero ai superiori dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi. Le gioie, le fatiche, le sofferenze, le speranze hanno temprato la nostra comunità lungo tutta la sua storia. Sempre abbiamo potuto sperimentare la profonda comunione esistente tra i monasteri della nostra Provincia religiosa (che si estende in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Valle d’Aosta). Ci sono state occasioni in cui si è reso necessario l’aiuto di monache provenienti da altri Carmeli e tempi in cui abbiamo potuto offrirne ad alcuni nel bisogno. Nel 1987 abbiamo avuto anche la gioia di contribuire alla fondazione di un monastero in Cameroun con l’invio di due nostre sorelle. Dal 1996 facciamo parte dell’Associazione Regina Pacis, che comprende vari monasteri di Carmelitane Scalze, per compiere insieme un lavoro di aggiornamento, formazione e aiuto reciproco per vivere oggi con fedeltà creativa il carisma carmelitano-teresiano.
La nostra vita
La nostra vita è semplice ed equilibrata nel suo ritmo, che alterna silenzio e parola, lavoro e preghiera, solitudine e fraternità, formazione personale (lettura e studio) e comunitaria (incontri periodici di condivisione sulla Parola di Dio e sulla nostra spiritualità).
Centro della nostra vita è l’orazione, intesa, secondo l’intuizione di santa Teresa, come «un intimo rapporto di amicizia, un frequente intrattenersi da solo a solo con Colui dal quale sappiamo di essere amati» (Vita 8,5). Per questo suo modo di vivere la preghiera come amicizia, la Chiesa ha indicato Teresa come maestra di preghiera per tutti, proclamandola nel 1970 dottore della Chiesa.
Nei suoi scritti, mentre insegna, prega lei stessa, coinvolgendoci in quell’incontro vivo con Gesù che trasforma la vita: «Vi chiedo solo che lo guardiate. Egli non aspetta che un nostro sguardo». Mentre ci invita a contemplarlo nella Passione, scrive: «Vedendolo in quello stato vi verrà di parlargli, non con preghiere studiate, ma con parole sgorganti dal cuore, che sono quelle che egli ama di più: “O Signore del mondo e vero sposo dell’anima mia, come mai ti sei ridotto in questo stato? Se è vero, mio Dio, che sopporti tutto per me, cos’è il poco che io sopporto per te? … Camminiamo insieme, Signore: verrò dovunque tu andrai, e per qualunque luogo passerai, passerò anch’io”» (Cammino di perfezione 26,3.6).
L’orazione è un incontro tra due libertà: quella di Dio e la nostra. Ma, essendo la nostra ancora da conquistare, questo incontro implica un cammino di conversione dall’io al tu di Dio. La preghiera non è un momento, ma tutta la vita, in compagnia di Dio che ci ama, e diventa vera quando è desiderio che lui sia contento, cammino per conoscerlo come lui è e conformarsi a ciò che lui vuole.
Per “rifare l’io dalle radici” e imparare a preferire l’A/altro a sé, Santa Teresa ha intrecciato strettamente l’incontro con Dio all’incontro con le sorelle e ha voluto come altro elemento chiave del suo Carmelo la “ricreazione”: spazio di fraternità in cui crescere e rendere sempre più veri l’amore, il distacco (la presa di distanza dalla nostra fame egocentrica) e l’umiltà (conoscenza di sé nella verità), che ella considera premesse indispensabili all’orazione.
La nostra giornata…
- … inizia con la sveglia alle 5.30 e in essa si alternano tempi di preghiera e lavoro, di solitudine e fraternità.
- Alle 6.00 col canto delle Lodi celebriamo uno dei sette momenti liturgici comunitari distribuiti lungo la giornata e che ne scandiscono il ritmo, aiutandoci a vivere ogni tempo come dono del Signore.
- 6.30-7.30: è una delle due ore dedicate all’ORAZIONE, preghiera personale silenziosa, nel confronto con la Parola di Dio, per crescere nella conoscenza di noi stesse, rendere sempre più vera la nostra amicizia con Gesù, conformandoci ai suoi sentimenti, per imparare ad accogliere nel quotidiano il progetto di amore del Padre, collaborando all’edificazione del Regno già su questa terra.
- Alle 7.30 (8.00 domenica e festivi) partecipiamo alla MESSA, preceduta dalla recita di Ora Terza.
- Dopo la colazione ognuna è impegnata nel LAVORO: tutto è svolto con spirito di servizio per il bene della comunità, consapevoli che la cosa più importante non è ciò che si fa, ma per chi e come lo si fa, poiché «il Signore non guarda tanto alla grandezza delle opere, quanto all’amore con cui si fanno» (Castello interiore 7M 4,15).
- Alle 12.00 la comunità si riunisce per la recita di Ora Sesta. Segue il pranzo, in silenzio, mentre si ascolta la lettura di un libro che contribuisce alla formazione comune. Dopo il riordino ci ritroviamo insieme per la RICREAZIONE: durante questo tempo, dedicato al dialogo fraterno e spontaneo, alla condivisione di notizie di famiglia, della Chiesa, dell’Ordine e del mondo, ognuna è impegnata in qualche piccolo lavoro. Non mancano poi le occasioni per festeggiare qualche ricorrenza con canti, scenette e giochi.
- Dalle 14.00 alle 16.00 è tempo di solitudine, dedicato al riposo, alla LETTURA, allo STUDIO e alla recita personale di Ora Nona
- Dalle 16.00 alle 17.00 siamo occupate nel LAVORO.
- Dalle 17.00 alle 18.30 ci ritroviamo per il canto dei Vespri e l’ORAZIONE.
- Alle 18.30 ceniamo. Alla cena seguono il riordino e la RICREAZIONE insieme.
- Alle 20.15 la celebrazione di Compieta “completa” e chiude la nostra giornata liturgica.
- Dopo un tempo di ritiro e solitudine ci riuniamo per l’Ufficio delle letture del giorno seguente che precede il riposo notturno.
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