SANTI LUIGI E ZELIA MARTIN

SANTI LUIGI E ZELIA MARTIN

Louis Martin e Marie-Azélie (detta Zélie) Guérin, inizialmente orientati alla consacrazione religiosa, s’incontrarono presso il ponte Saint Leonard ad Alençon e da allora non si separarono più. Dal loro matrimonio, celebrato a mezzanotte del 13 luglio 1858, nacquero nove figli, ma solo cinque femmine sopravvissero. Tutte divennero religiose: la più nota di loro è certamente suor Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, canonizzata nel 1925 e Dottore della Chiesa dal 1997. Zélie morì per un cancro al seno nel 1877, mentre Louis, affetto da arteriosclerosi e da paralisi, si spense nel 1894. Le loro cause di beatificazione, avviate separatamente, dalla fase romana in poi ebbero percorso congiunto. Beatificati sotto papa Benedetto XVI il 19 ottobre 2008 a Lisieux, sono canonizzati da papa Francesco quasi sette anni dopo il 18 ottobre 2015 nel corso del Sinodo. Sono i primi sposi a raggiungere insieme la santità ufficialmente riconosciuta.

Opera

Nove figli e una santità quotidiana

Il lavoro o l’educazione dei figli, l’amore coniugale o l’apertura e l’attenzione verso gli altri? Rileggendo la vita di Luigi Martin e Zelia Guerin si cerca invano il prevalere di un aspetto o dell’altro nello stabilire quale abbia contato di più nel cammino verso la santità. Perché la loro vita è piuttosto la testimonianza di una quotidianità vissuta alla presenza di Dio. Luigi Giuseppe Stanislao Martin nacque a Bordeaux, nella Francia sud-occidentale, il 22 agosto 1823, mentre Zelia Guèrin nacque il 23 dicembre 1831 a Gandelain, sobborgo di Saint Denis sur Sarthon nell’Orne, Francia nord-occidentale. Ebbero nove figli, tra i quali quattro morti in tenera età: Maria (Suor Maria del Sacro Cuore, carmelitana a Lisieux, 22 febbraio 1860 – 19 gennaio 1940); Paolina (Suor Agnese di Gesù, carmelitana a Lisieux, 7 settembre 1861 – 28 luglio 1951); Leonia (Suor Francesca Teresa, visitandina, 3 giugno 1863 – 16 giugno 1941); Elena (1864 – 1870), Giuseppe Luigi (1866 – 1867), Giuseppe Giovanni Battista (1867 – 1868); Celina (Suor Genoveffa del Volto Santo, carmelitana a Lisieux, 28 aprile 1869 – 25 febbraio 1959); Melania Teresa (16 agosto – 8 ottobre 1870); Teresa (Suor Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo, carmelitana a Lisieux, 2 gennaio 1873 – 30 settembre 1897).

Dall’aspirazione alla vita religiosa alla santità familiare

Nella loro giovinezza avevano aspirato ambedue alla vita religiosa, formarono poi una famiglia, animati dalla preoccupazione principale del bene spirituale delle figlie. Teresa scriverà: “Avevo soltanto buoni esempi intorno a me, naturalmente volevo seguirli”. Creano un ambiente familiare di grande laboriosità e di forte sensibilità di fede, che porterà tutte e cinque le figlie a consacrarsi al Signore nella vita religiosa. Proprio il dolore e la gioia legate ai figli – tre morti ancora bambini, quattro entrate in convento – attraversano gran parte della vita coniugale di Luigi e Zelia, che entrambi, prima del matrimonio, avevano tentato di intraprendere la vita religiosa. “Quando abbiamo avuto i nostri figlioli – scrive Zelia nel 1877, ormai alla fine della sua vita – le nostre idee sono un po’ cambiate: non vivevamo più che per loro, questa era la nostra felicità. Insomma tutto ci riusciva facilissimo, il mondo non ci era più di peso”. Non inganni quel “ci riusciva facilissimo”: non si riferisce alla facilità delle circostanze, che invece furono durissime, ma alla certezza che quelle circostanze facevano parte di un disegno buono di Dio. E l’amore tra Luigi e Zelia sembra proprio consistere nell’aiuto a scoprire questa positività.

Santa Teresina e quei genitori «degni del Cielo»
L’affronto del dolore e delle difficoltà è peraltro uno degli aspetti che rende moderna questa coppia di 150 anni fa: l’educazione dei figli è un altro, con un’attenzione centrata su ciò che formava il loro animo. Come si deduce dalla dichiarazione delle figlie al processo di beatificazione di Teresa: “La nostra mamma vigilava con grande attenzione sull’amma delle sue bambine e la più piccola mancanza non era lasciata senza rimprovero. Era un’educazione buona e affettuosa, ma oculata e accurata”. Analoga immagine si ricava dai ritratti che Teresa fa di suo padre (la mamma morì quando aveva appena 4 anni). A questa accuratezza e attenzione non creava ostacoli il lavoro. Già, perché i Martin lavoravano entrambi, e con mestieri impegnativi: un laboratorio di orologiaio Luigi, imprenditrice tessile lei: “Se avessi lavoro tre volte di meno – scrive Zelia alla cognata – ne avrei ancora abbastanza per non stare spesso senza far niente… un lavoro così dolce occuparsi dei propri figlioletti! Se non avessi da fare che quello, mi sembra che sarei la più felice delle donne. Ma bisogna bene che il loro padre e io lavoriamo per procurare loro una dote”. In ogni caso la vera dote lasciata dai coniugi Martin è la testimonianza della fede, come dimostra santa Teresa quando ringrazia di aver avuto “genitori degni più del Cielo che della Terra”.

Zelia Guèrin muore di cancro il 28 agosto 1877. Luigi Martin muore dopo un periodo di malattia a Saint Sèbastien de Morsent, a La Musse, il 29 luglio 1894.

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